Punti Programmatici per il prossimo Presidente della SAS

Come forse molti già sanno, il 12 dicembre 2009 si terrà l’assemblea straordinaria dei soci della “SAS – Società Amatori Scäferhunde” – per eleggere il nuovo Consiglio Direttivo.

Qui sotto elenco un possibile programma per punti, che come socio della SAS vorrei che il prossimo Presidente portasse avanti. Mi auguro di leggere un manifesto di questo tipo da parte di ogni candidato Presidente: non voterei un presidente che non avesse un programma preciso e consultabile pubblicamente.

Avvicinare il Pastore Tedesco alla gente comune

L’attività sportiva, o agonistica che dir si voglia, è la punta di diamante di un mondo, quello del Pastore Tedesco, che trova negli allevatori di prestigio la sua fase di sperimentazione, di innovazione, di ricerca, approfondimento scientifico, selezione zootecnica, ecc.

Ma la stessa attività sportiva e agonistica e di selezione degli allevatori di prestigio non può prescindere dalla cura e dal governo del settore degli amatori “privati” e cioè delle decine di migliaia di normali cittadini che hanno un Pastore Tedesco in famiglia o in giardino, senza fare gare o cucciolate.

Il mondo dei (furono!!) 30 mila, oggi solo 14 mila acquirenti annui di pastori tedeschi, deve essere uno dei primi fronti di interesse del Presidente della SAS, perché il mondo dei “privati” è fondamentale per la florida sopravvivenza del mondo degli “agonisti / allevatori”: meno iscrizioni di cuccioli fra i privati significa meno persone alle esposizioni, meno possibilità di vendere cuccioli “non proprio rispondenti allo standard”, ecc. È quindi fondamentale che il Pastore Tedesco abbia successo fra la gente comune, per assicurare la sopravvivenza della nostra attività sportiva e di selezione.

Il mio articolo sulla taglia (clicca qui per leggerlo) spiega della drammaticità del calo delle “immatricolazioni” di pastori tedeschi: è quindi urgentissimo invertire questo trend negativo, o presto la nostra razza non rischierà certo l’estinzione ma sicuramente verrà seriamente ridimensionata con danni di immagine ed economici irreparabili.

Come avvicinare il Pastore Tedesco alla gente comune? Alcune idee:

– Incontri di avvicinamento delle scolaresche al Pastore Tedesco, con gite ai campi SAS o con responsabili SAS nelle scuole. Lo fanno già in Germania, non capisco perché non si debba fare in Italia;

– Public Relation verso tutti gli organi di informazione, televisivi, cinematografici, perché quando si parla di cane, si parli principalmente di Pastore Tedesco. E quando il cane è attore, sia un pastore tedesco e non un (seppur rispettabilissimo, si intende!) Border Collie o Labrador;

– Un ufficio e/o organo di comunicazione apposito interno alla SAS di collegamento fra società civile e mondo del Pastore Tedesco. Attualmente non è possibile per un privato avere informazioni precise su dove acquistare un pastore tedesco, ecc. Quest’ultimo potrebbe anche servire a supporto degli allevatori verso il quale essi potrebbero dirottare eventuali domande, consigli ecc.;

– Editazione di un “manuale del pastore tedesco” ad uso degli appassionati e dei lettori, cosicché la SAS si faccia promotrice di un testo (un libro) “autorizzato dalla SAS” che includa elementi importanti per la diffusione e la tutela della razza;

Il rispetto della taglia per arginare il declino del Pastore Tedesco

Rimando al mio articolo pubblicato su questo blog: potete leggerlo ciccando qui

Rendere “digitale” la gestione della SAS

Qualche settimana fa, alla mia domanda “perché non ho mai ricevuto il giornalino della SAS o una scheda o convocazione per votare alle assemblee della SAS negli ultimi tre anni” il segretario della mia sezione locale mi ha comunicato, con mia incredibile sorpresa, che presso la sede centrale non sapevano nemmeno che io ero socio! (non risultavo nei loro archivi).

Questa credo sia solo la punta dell’iceberg di una disorganizzazione amministrativa inaccettabile che non può più essere tollerata nell’anno 2010 e in un Paese occidentale sviluppato come l’Italia.

La gestione, i documenti, gli atti, anche le votazioni delle assemblee dei soci e quant’altro, devono essere digitalizzate e fruibili il più possibile online. Votazioni telematiche, accesso ai documenti direttamente online.

Tutto quindi deve essere ben informatizzato (non dubito che lo sia già, ma non credo che un database dei soci non aggiornato sia prova di funzionalità di una eventuale informatizzazione).

Un Presidente di tutti senza preferenze “politiche” – Una SAS Riappacificata

Basta con correnti “politiche” o gestione della SAS “favorendo la corrente di chi comanda attualmente”. Si deve lavorare per la razza, non per la sola corrente politica che ha eletto il Presidente.

Inoltre: che gli allevatori prestigiosi siano quelli che indirizzino la SAS collaborando fra di loro per il bene della razza.

I Signori Musolino, Francioni e Verpelli sono i nostri tre grandi e migliori nomi dell’allevamento italiano e mondiale: vorrei che queste tre grandi “correnti di pensiero” tutte uniche fra sé ma tutte straordinariamente foriere di risultati zootecnici e sportivi, non fossero incompatibili come mi è parso in questi anni ma complementari: uniti si vince (e il vincitore primo deve essere il cane), disuniti ci saranno solo lotte inutili.

Un esempio di come l’unione fra tutti gli allevatori (specie fra i più grandi) fa del bene alla razza? È presto detto: guardate cosa è successo quando Max della Loggia dei Mercanti (del Sig. Francioni) è stato usato dal Sig. Musolino: sono venuti fuori Auslesi in Germania (Dux della Valcuvia, Quantum von Arminius) e poi addirittura un Sieger (Zamp vom Thermodos, uno dei due più grandi cani viventi attualmente assieme a Vegas du Haut Mansard: anche quest’ultimo basato sull’allevamento italiano prodotto del Sig. Francioni, seppur nato in Francia).

Questi due signori quando hanno fatto “qualcosa insieme” hanno contribuito a fare la storia attuale del pastore tedesco: che bello sarebbe vederli lavorare di nuovo insieme nella SAS e per la SAS! Quando c’è stato un incontro fra questi grandi nomi, si è fatta la storia del pastore tedesco attuale. Ecco, mi piacerebbe vedere di nuovo questi “mostri sacri” lavorare insieme e per uno scopo comune (il pastore tedesco): 1+1+1 potrebbe fare molto più di 3, per l’allevamento italiano.

Allo stesso modo, è ovviamente importante anche che allevatori “sconosciuti” o quasi, debbano essere messi in grado di esser premiati senza favoritismi verso i nomi più conosciuti, anche se non hanno una storia alle loro spalle: se i cani lo meritano, dovrebbero anche loro essere premiati a prescindere dall’affisso, se i loro soggetti rispettano tutti i crismi…

Chiare ed esplicite direttive di selezione zootecnica per il miglioramento della razza

Ho assistito ad una bella presentazione del “guardiano della razza” (Bundeszuchtwart) Sig. Reinhardt Meyer, alla vigilia dello show finale della domenica a questa edizione 2009 della Siegerschau ad Ulm: in quella presentazione il sig. Meyer dettagliava e dettava precise direttive di allevamento. Questa cosa dovrebbe essere fatta anche in Italia.

Deve esistere una linea guida chiara su come dobbiamo allevare e quindi una indicazione chiara degli attuali macro-difetti della razza, come migliorarli e quali aspetti prediligere. Queste indicazioni cambiano ogni tanto (in vari momenti storici ci sono stati vari aspetti diversi da migliorare), e sta alla SAS dire chiaramente e esplicitamente quali sono le priorità (la taglia, il carattere, le angolature posteriori, quelle anteriori, ecc.). Cosa devono prediligere gli allevatori? Nessuno ce lo dice, e penso che nessuno ce lo dica perché semplicemente non esiste questa linea e non esistono queste direttive.

Guardando una classifica di un campionato italiano, anche una presa a caso fra quelle passate, è difficile scoprire il “fil rouge” che lega i vari soggetti: si trovano cani di diverse linee di sangue, ok, ma poi i cani di punta variano da poco pigmentati a molto pigmentati, da caratteri forti a caratteri al limite dello standard, da difetti sull’anteriore a difetti sul posteriore, da cani grandi o grandissimi a cani in perfetta taglia. Insomma, dalla classifica del campionato non si deduce assolutamente l’indicazione del “guardiano della razza” che dovrebbe essere invece ben chiara. A meno che non sia la direttiva “viva la diversità genetica!” (ma non mi pare una bella strategia per migliorare una razza).

Il Cane deve stare al centro di tutto, non le persone

Più attenzione al cane, alla razza, meno ai giochi politici. In una riunione SAS a caso, a tutte le latitudini, si sente troppo parlare di politica e poco di cani. Discussioni incredibili del tipo “un consigliere della nostra regione dovrebbe influire a livello politico e ottenere una certa percentuale di cani Auslesi per la nostra regione” devono finire.

Non si lavora nella SAS per favorire la nostra “lobby”, la nostra zona o regione o badare a coltivare il nostro orticello: si lavora per il cane per migliorare la nostra razza e rendere forte e florido l’allevamento e il gradimento della nostra razza in Italia.

Vedo con molto favore invece le discussioni cosiddette “tecniche”: discussioni sui riproduttori, sugli omeri, sulle groppe. Rimaniamo in tema, quindi! La “politica” deve rivestire davvero un ruolo marginale, e limitarsi alla miglior organizzazione delle Sezioni SAS, alle discussioni necessarie alla buona gestione, e non pervadere totalmente la vita associativa.

Troppa gente vuole o ricopre un ruolo “dirigenziale” perché spera di ottenerne vantaggi in termini di migliori piazzamenti dei suoi cani o dei cani di coloro che lo hanno eletto: questo deve finire.

Più istruzione e documentazione nelle sezioni SAS

Troppo spesso si creano falsi miti o leggende metropolitane dietro a cani che chi li commenta (criticandoli o osannandoli) non li ha mai nemmeno visti dal vivo.

Basterebbero serate a tema con proiezioni di video, per far conoscere a chi non ha la possibilità o la voglia di andare in Germania, i grandi riproduttori e sfatare o confermare molti miti e leggende.

Inoltre, sarebbe interessante prevedere una vera e propria “scuola di allevamento e addestramento” del Pastore Tedesco: chi ha fatto 100 cucciolate nella sua carriera, metta a disposizione di tutti il suo sapere e non lasci l’allevatore alla prima cucciolata da solo e con poche nozioni, e in balìa dei veterinari magari poco pratici della nostra razza: ne sa e ne conosce di più un allevatore navigato che un veterinario in erba! La scuola dovrebbe quindi prevedere sia una sorta di assistenza reciproca (perché tutti hanno da insegnare qualcosa agli altri) e di documentazione o di “lezioni e seminari” di cui far tesoro con registrazioni audio o video.

Lo stesso si dica degli “handler” che hanno portato al guinzaglio centinaia di cani prestigiosi in centinaia di raduni. È importante che mettano a disposizione degli altri soci meno esperti le loro conoscenze, attraverso giornate e seminari ad hoc.

Quanto sopra si potrebbe fare istituendo una “banca del tempo” dove ognuno può mettere a disposizione delle ore per gli altri, e usare le ore degli altri quando necessario.

Sezione “Lavoro”

Non sono competente su questo tema quindi non ne commento negli aspetti tecnici, ma credo che sarebbe comunque interessante usare maggiormente i campi da lavoro per attirare i cosiddetti “privati” a svolgere corsi di obbedienza, come una delle strategie di cui al punto descritto sopra “avvicinare il pastore tedesco alla gente”. Un campo di lavoro è un luogo dove si insegna e quindi si impara la psicologia del cane: non limitiamola ai soggetti che devono fare IPO e Selezione: apriamola al mondo insegnando alla collettività a convivere bene col proprio cane: l’educazione cinofila dei non addetti ai lavori è fondamentale per formare proprietari responsabili.

Piccole modifiche ai regolamenti di raduni e campionati

Molto ci sarebbe da fare su questo aspetto ma elenco solo due cose “al volo” tanto per ribadire che dove la discrezione del giudice non può esistere (taglia e peso del pastore tedesco non possono essere elementi relativi) sarebbe bene validare le scelte del giudice in maniera oggettiva e pubblica.

Esempio: dichiarazione in pubblico dell’altezza al garrese rilevata per ogni soggetto presentato: quando il giudice a fine gara fa il giudizio e dice “cane grande, molto ben pigmentato…” dica anche quanto misura al garrese, in cm! Inoltre: se il giudice affermasse “67cm al garrese” ovviamente non dovrebbe procedere alla squalifica o alla non assegnazione della massima qualifica, ma che per lo meno quel soggetto non venga classificato primo, se ad esempio l’indicazione delle direttive di allevamento di cui ho parlato sopra dicessero: “rispetto della taglia come massima priorità”…

Tutte le sezioni hanno una bilancia che usano durante le prove di selezione, giusto? In ogni caso, la SAS può dotare il giudice di una bilancia digitale a misurazione immediata: si dichiari in pubblico anche il peso del cane, quindi: questo è un altro elemento oggettivo, anzi, forse l’unico elemento oggettivamente rilevabile: altezza al garrese può essere misurata in mille modi diversi e variata artatamente per accorciare o allungare il cane in base alle necessità, ma un cane di 47kg difficilmente sarà possibile farlo risultare 40kg…

Un breve commento su una prova caratteriale “minima” effettuata in tutti i raduni: quante volte in classe adulti si vedono cani che oggettivamente non sanno fare il fuss? Se non può essere motivo di squalifica, per lo meno lo sia di penalizzazione di alcuni posti in quella classifica;

Come detto, ci sarebbero anche altre piccole regolette da mettere, ma questo potrebbe essere magari oggetto di una commissione tecnica che abbia il compito di riscrivere regole precise, chiare, tutte unificate in un solo testo.