LA LONGEVITÀ NEL CANE DA PASTORE TEDESCO

UNA PROPOSTA PER IL TRACCIAMENTO DELLE LINEE PIÙ LONGEVE

Oggi, 27 ottobre 2020, Boogie vom Webachtal compie 11 anni.

Con due sole cucciolate all’attivo, è la fattrice più importante nella storia della razza (qui l’articolo che descrive il perché la mamma di Dalì, Daffy, Django, Domino, Juanita e Jador vom Webachtal, tanto per citarne alcuni, è così importante), e in queste settimane, a 11 anni, è il nostro cane più attivo nelle fughe durante le nostre escursioni nel bosco o nelle campagne tanto che abbiamo dovuto dotarla di un collare GPS per sapere dove va a finire quando girovaga per ore e ore nella campagna o nei boschi. In due ore percorre mediamente 12 km nel bosco e si allontana di circa 3-5 km. Oggi ha un collare GPS con scheda SIM: è l’unico cane che io conosca di cui ho il numero di telefono salvato in rubrica! 🙂

Oggi Boogie ha 11 anni. Ma sembra una ragazzina. Lo stesso si può dire dei suoi figli che hanno quasi 8 anni ma non hanno un pelo bianco addosso e hanno forme atletiche da poter essere presentati alla Siegerschau.

Queste belle situazioni fanno però da contraltare ad una preoccupante deriva che stiamo vedendo nella razza del pastore tedesco: gli ultimi dieci affidamenti dei cuccioli che abbiamo allevato sono stati fatti, nella metà dei casi verso nuovi proprietari che prendevano un pastore tedesco dopo una morte prematura del loro beneamato compagno di vita, acquistato di solito in altri allevamenti e di altre linee di sangue.

Le storie sono quasi tutte simili: morti premature fra i 5 e i 7 anni, per problemi gastrointestinali, neurologici, cardiaci o oncologici vari.

Noi stessi, allevando da 13 anni seppur in maniera amatoriale ma con costanza nel tempo, stiamo vedendo i nostri primi cani allevati morire via via che passa il tempo (la nostra prima cucciolata ha 13 anni fra poco più di un mese, quindi è inevitabile…).

Mi sono quindi fatto un’idea generica (ancora non scientificamente supportata, e quindi me ne guardo bene dallo sputare sentenze) che alcune linee di sangue siano meno longeve di altre, e che altre linee di sangue portino problemi di salute che inducono a morti precoci (prima dei 10 anni).

Mi piacerebbe quindi affrontare la questione della longevità che deve rientrare a pieno titolo negli obiettivi associativi della SAS e della SV, in quanto un cane longevo è segno di buona salute e incrementa la popolazione del pastore tedesco e la sua reputazione fra proprietari, veterinari, ecc. e quindi è in linea con gli obiettivi statutari delle associazioni di razza che puntano a “incrementare” e “migliorare” la razza.

Un cane longevo, fa del bene alla razza, alla sua reputazione e ai proprietari di cani da pastore tedesco!

Lo sforzo delle associazioni di razza (SAS, SV..) deve quindi essere focalizzato ANCHE sul fattore longevità.

Il problema è però che gli addetti ai lavori e i professionisti, perseguendo carriere agonistico-sportive-riproduttive che esauriscono la loro importanza nel range che va dai 2 ai 7 anni di età, difficilmente si concentrano sul “dopo”.

Ci sono delle bellissime storie di cani longevi che fanno luccicare gli occhi agli appassionati (Vegas che vive, dopo il ritiro, con il suo proprietario fino a quasi 15 anni, Remo che vive col suo affidatario fino alla sua morte, ecc) di cui abbiamo notizia, ma ci sono tantissimi cani che gli allevamenti, anche non prestigiosi, allontanano dai loro box una volta esaurita la loro funzione espositiva o riproduttiva. Non parliamo poi dei cani venduti giovani in altri continenti che di solito muoiono prematuramente. In ogni caso, e in tutti questi casi, gli appassionati e i professionisti non potrebbero contribuire, con il loro stile di gestione del cane, a calcolare un indice statistico di longevità delle varie linee, a parte poter partecipare a programmi di monitoraggio delle principali patologie che interessano attualmente la razza del pastore tedesco di cui parlerò più sotto.

Il privato possessore di un cane da pastore tedesco “da famiglia”, invece, è molto interessato alla longevità della razza. Più degli appassionati o professionisti che si disfanno dei cani a fine carriera troppo in fretta per esigenze di commercio, economiche o semplicemente logistiche. Per il privato possessore di cani, il cane è un membro della famiglia, e se muore a 7 anni, è un dramma!

La soluzione per poter affrontare lo studio di questo aspetto della vita del cane e cioè la sua lunga vita o meno, è quindi quella di indagare la popolazione attuale di pastori tedeschi anziani in mano sia ai professionisti del settore che in mano ai privati possessori, poiché questi ultimi gestiscono la fase della vecchiaia del cane a livelli quasi maniacali e ben volentieri vorrebbero condividere con il mondo la loro esperienza di longevità e il fatto che il loro cane sta molto bene anche se ha 10 o 12 anni.

Come monitorizzare quindi la durata media della vita e possibilmente incrementarla? Come individuare le linee di sangue più longeve? A mio avviso la soluzione sta nel premiare le linee di sangue più longeve scovando i cani anziani in mano ad allevatori e alle famiglie.

Se volete, sarebbe un riconoscimento, spesso “postumo”, ai grandi riproduttori del passato in quanto potrebbero essere creati dei “gruppi di riproduzione dei veterani sopra i 10 anni” a posteriori, e sarebbe interessante compararli col numero dei nati.

PREMIO LONGEVITA’ SAS

Al fine di tracciare le linee di sangue più longeve, propongo non di analizzare i decessi in generale, che sarebbe un’attività parziale e gigantesca, ma di valutare i cani oltre i 10 anni e premiare con un riconoscimento simbolico il raggiungimento di questa veneranda età.

Potremmo premiare con un semplice riconoscimento o menzione di merito e una pergamena i cani che avessero compiuto i 10 anni, con un trofeo o targa quelli che raggiungeranno i 12 anni, e con delle menzioni d’onore quelli che raggiungessero i 14 anni, oltre che premiare ogni anno il cane pastore tedesco più longevo d’Italia con il premio MATUSALEM o simile nome, che avrebbe una risonanza anche mediatica utile al marketing di razza del quale ho scritto molte volte in passato.

Potremmo poi avere un circuito di allevatori che offra uno sconto o agevolazione o comunque un vantaggio economico a chi effettuasse un acquisto di un cucciolo presso di loro negli anni a venire (molto probabile vista la veneranda età dei cani premiati) e quindi avere anche un ritorno economico nel momento dell’individuazione e premiazione del cane longevo.

Questa attività ha un costo limitato e ci permetterebbe di tracciare le linee più longeve con redazione di statistiche sulle pubblicazioni SAS, che servirebbero come guida anche per i proprietari che si trovino ad adottare un pastore tedesco, e sarebbero un riconoscimento seppur postumo della salute delle linee di sangue presenti in un determinato momento storico.

Inoltre, il premio una tantum ai 10, 12 e 14 anni di vita servirebbe anche a fidelizzare i proprietari di cani da pastore tedesco verso la razza, e visto che purtroppo, inevitabilmente, il loro cane si avvia verso la fine naturale della sua vita, sarebbe utile sempre nell’economia della razza, coccolare un proprietario di cane longevo in quanto molto vicino al riacquisto di un cane, e quindi imminente futuro compratore.

Premiando i cani e elencando le linee più longeve, avremmo poi aiutato proprietari privati e anche addetti ai lavori a penalizzare di converso le linee “non performanti” che nell’economia della gestione della razza e a prescindere dalle doti anatomiche e caratteriali, se dotati di speranza di vita più corta degli altri, sarebbe bene che fossero ben valutate anche in chiave di impiego nell’allevamento del futuro.

NON SOLO DISPLASIA
(Indagini Sistematiche su altre patologie)

Quando si parla di salute (e quindi indirettamente anche di longevità) riguardo al Pastore Tedesco, la prima cosa che viene in mente è il fattore displasia.

Oggigiorno invece ci sono altre patologie nella razza che se possibile sovrastano la displasia: enteropatie croniche e problemi neurologici sono all’ordine del giorno.

Riguardo alle enteropatie, la cosa è talmente diffusa che le più prestigiose case mangimistiche che producono mangimi specialistici per il pastore tedesco, li pubblicizzano dicendo: “Garantiscono la massima sicurezza digestiva, considerata l’elevata sensibilità del Pastore Tedesco“.

Elevata sensibilità? Il Pastore Tedesco? Il “Cane Lupo”? Il cane da lavoro? Il cane “eroe”? Purtroppo è vero. Ed è inaccettabile.

Un altro modo di gestire la longevità della nostra razza è quindi cercare di stanare le altre eventuali patologie ereditarie, perché di displasia non si muore, ma di altre patologie, sì.

Così come le altre razze hanno programmi di monitorizzazione per Cardiopatie, oculopatie, neuropatie ereditarie, per il pastore tedesco potremmo istituzionalizzare uno studio scientifico svolto in maniera sistematica non solo sul fattore displasia ma su altre patologie tipiche del pastore tedesco, ad esempio sulle enteropatie ereditarie. Potrebbe essere condotto da Ce.Le.Ma.Sche. o FSA in collaborazione con i migliori gastroenterologi veterinari italiani.

Attendo impressioni e considerazioni costruttive e nel frattempo, credo sia proprio il caso di dire: “Long Live the King”, il pastore tedesco!