Pastore Tedesco, Una Razza in Via di Estinzione

Analisi del declino e una Proposta per la Rinascita

Il declino della popolarità del cane da pastore tedesco fra i possessori di cani di razza è da anni un fenomeno assodato e sotto gli occhi di tutti. Le proporzioni del declino sono catastrofiche: citando dati e fonti tedesche (VDH: gli unici disponibili in serie storiche almeno trentennali) dai circa trentamila pastori tedeschi immatricolati ogni anno negli anni ’80, si è passati ai circa ventimila della fine degli anni ’90 e, nell’anno 2017 siamo scesi per la prima volta sotto i diecimila.

9766 pastori tedeschi immatricolati nell’anno 2017 e, secondo le mie prime previsioni, il 2018 si chiuderà con meno di 7mila cuccioli immatricolati!

Alcuni commentatori spiegano tale declino legandolo ad un presunto declino delle immatricolazioni dei cani di razza in generale, che si trascinerebbe dietro anche il pastore tedesco ma, come si vede da questa mia elaborazione, il declino è tutto e solo della nostra amata razza perché il cane di razza (non pastore tedesco) mantiene più o meno le sue posizioni ormai da 20 anni a questa parte:

Altri commentatori vorrebbero attribuire il declino del pastore tedesco al cambiamento degli stili di vita delle famiglie, più orientate al cane da compagnia, e alla quindi conseguente obsolescenza del cane da utilità e difesa. Anche in questo caso la spiegazione non corrisponde a realtà, in quanto le altre razze da utilità e difesa non soffrono questo calo (si veda la mia tabella allegata: analizzati Malinois, Dobermann, Rottweiler e Riesenschnauzer):

Il pastore tedesco soffre quindi di un declino inarrestabile, drammatico, che non è frutto di trend attribuibili ai cani di razza o alle differenze di stile di vita delle popolazioni moderne ma tutto insito all’interno della razza stessa.

È compito delle associazioni specializzate cercare di arginare il crollo: lo statuto della SAS, associazione di razza specializzata per il pastore tedesco in Italia, si pone ad esempio due obiettivi: migliorare e incrementare la razza del pastore tedesco.

È evidente che sul lato “incrementare”, la gestione della razza da parte delle associazioni specializzate è oggettivamente e drammaticamente fallimentare da almeno 30 anni, senza soluzione di continuità, e senza alcuna azione atta a arginare il crollo.

Una mia indagine di mercato effettuata dieci anni fa su un campione ristretto ma statisticamente significativo (100 ex proprietari di pastore tedesco che avevano optato per altre razze), validata poi dalla percezione comune del problema, elencava i motivi della non ripetizione della scelta della nostra razza. L’ammirazione per i principi fondanti della razza era immutata, così come la convinzione che il pastore tedesco fosse la razza più intelligente e duttile al mondo, ma i problemi ostativi al ri-acquisto del pastore tedesco erano i seguenti, in ordine di importanza:

  • Assetto del posteriore (“sedere basso” o “gambe troppo piegate” o “a coniglio”)

  • Displasia alle anche o gomiti

  • Carattere non più da pastore tedesco (o pauroso o aggressivo a prescindere)

  • Mancanza di funzionalità/resistenza

  • Salute cagionevole o comunque che necessitava di troppa “manutenzione”

  • Diminuzione della taglia mal vista dai proprietari che pretendevano “la razza gigante” (lo voglio grande!)

Confrontando le giustificazioni sopra riportate con i problemi attuali dei cani presentati nei raduni di allevamento, la connessione fra piazzamenti dei cani di punta e diminuzione dell’interesse dei possessori di cani di razza è evidente e direttamente conseguente.

Se si pensa che a seguito della proclamazione dei “fuoriclasse” (Auslese) in un campionato di allevamento tedesco (mediamente una decina di Auslesi proclamati in Germania), quei 10 cani effettueranno 90 monte a testa (900 monte in totale) e produrranno quindi circa 4500 cuccioli (media = 5 cuccioli per cucciolata: fonte Zuchtbuch SV), ai numeri di immatricolazioni annuali di oggi (9000 cuccioli immatricolati all’anno) è facile capire che tipo di impatto hanno le decisioni di piazzamento di un cane o dell’altro nel destino della razza e quanto la proclamazione del lotto dei “fuoriclasse” incida sulla popolazione del pastore tedesco in Germania, in Italia, ecc.

IL DECLINO DELL’INTERESSE VERSO LE MANIFESTAZIONI DI RAZZA

Come evidenziato sopra, il declino degli appassionati della razza è costante.

Nell’anno 2018 si è percepito anche, più che un declino, un brusco crollo verticale dell’interesse verso le manifestazioni di razza. Al recente campionato del mondo di Norimberga (Campionato Allevamento SV, Siegerschau 2018) è andata in scena la dimostrazione plastica del crollo di popolarità del pastore tedesco, riflessa già da tempo nei numeri citati sopra. Personalmente, mai mi ero sentito così “solo” e “triste”come quest’anno all’interno dell’imponente stadio vuoto che ospita la manifestazione (in certi momenti c’erano meno persone sugli spalti che cani in campo).

Entrata del Gruppo di Riproduzione di Dalì vom Webachtal. Spalti totalmente vuoti (quelli inquadrati non erano accessibili al pubblico, ma quelli accessibili erano simili a quelli)

Il dato che stride con il crollo dell’affluenza è la presenza di un numero di cani presentati che però non scende allo stesso ritmo del calo di popolarità della razza. Per fare un esempio: il numero di adulte femmine portate alla prova caratteriale quest’anno è rimasto praticamente invariato (151 femmine portate alla prova caratteriale nel 2018 contro  le 152 del 2017), nonostante il numero di iscrizioni in quella classe sia diminuito del 12% circa.

Questi due fenomeni combinati parlano di una verità poco gradevole: sui palcoscenici più importanti del mondo, teatro delle verifiche zootecniche più importanti del mondo, rimane uno zoccolo duro di professionisti “addetti ai lavori” ma c’è una fuga in massa, imponente, degli appassionati non professionisti.

Anche se dal punto di vista del business, grazie alla internazionalizzazione dei rapporti di compravendita, ai professionisti rimane comunque un buon giro di affari, l’abbandono della razza da parte dei privati possessori di un pastore tedesco deve interessare ed importare anche gli addetti ai lavori in quanto, numeri alla mano, stiamo toccando il punto in cui ogni anno non verranno immatricolati neanche i cuccioli prodotti dal lotto degli auslesi (10 auslesi per 90 monte per 5 cuccioli a monta sono 4500 cuccioli: fra poco sarà a malapena il totale dei cuccioli immatricolati in un anno) per cui a breve arriveremo al punto in cui gli auslesi non potranno nemmeno fare bottino pieno di monte oppure i cuccioli figli di auslesi non troveranno un compratore. Figuriamoci in che crisi verseranno gli allevatori-venditori di cuccioli figli di tutti gli altri stalloni non titolati!

PROGETTO PER LA RINASCITA DELLA RAZZA

Tutto quanto sopra dovrebbe far tremare i polsi a qualunque responsabile della razza, a tutte le latitudini, Germania in primis e anche Italia, quale seconda nazione al mondo per la diffusione del pastore tedesco. Urge quindi un’azione immediata, tempestiva e anche molto radicale, se si ha a cuore il destino della razza.

La popolarità del pastore tedesco nel mondo si deve alla sua duttilità di impiego e alla sua intelligenza, funzionalità e poliedricità.

Tutti gli amanti del Pastore Tedesco sono tali in quanto innamorati delle imprese epiche dei “cani poliziotto” dei decenni passati e dei cani resi famosi dal piccolo e grande schermo quali i vari Rin Tin Tin, Zanna Bianca, Rex ecc., che hanno contribuito ad affermare il successo mondiale di questa razza.

Del resto, anche il fondatore della razza, il Capitano Max von Stephaniz, fondò la razza sulla scia dell’entusiasmo in lui suscitato dal cane capostipide, Hektor Linksrhein” alias “Horand von Grafrath” la cui descrizione di Von Stephaniz è un vero e proprio manifesto di cosa debba essere un pastore tedesco: “Meraviglioso in fedeltà per il padrone, verso gli altri indifferenza da mente superiore, dalla sconfinata ed irreprensibile voglia di vivere… Obbediente ad un lieve cenno del suo padrone, ma quando scappa per conto suo, il più pazzo dei birichini, il più selvaggio ruffiano ed incorreggibile provocatore di lotte. Mai ozioso, sempre in movimento, ben disposto verso le persone inoffensive, ma non con coloro che lo minacciano. Giocherellone con i bambini e sempre amorevole”.

L’obiettivo della Rinascita deve sicuramente essere quello di restituire la reputazione perduta al nostro pastore tedesco, dotandolo delle caratteristiche che nella stragrande maggioranza dei casi non ha più, per poterlo far tornare ai fasti di un tempo.

La strada maestra per la Rinascita è quella del ritorno alla funzionalità del cane, iniziando ad applicare un principio mutuato dalle regole del design industriale svedese per cui se un cane “non funziona” non può essere dichiarato né bello, né utile.

Muovendosi assolutamente nel perimetro dello standard di razza, e quindi senza bisogno di cambiarne neanche una virgola, c’è bisogno di iniziare a giudicare la razza dando le giuste priorità agli aspetti citati dallo standard, che oggi, nelle verifiche zootecniche più importanti, vengono messi in ordine sbagliato di priorità:

  • Carattere e Intelligenza “alla Rin Tin Tin”, o se volete “alla Horand von Grafrath”, che traspaia anche dalla sua espressione (più nessuno parla di intelligenza: non ne parla neanche lo standard ma è un aspetto fondamentale nella scelta di questa razza);

  • Solidità e posizione “non apparentemente malata” del posteriore (a poco vale il timbro “normal-normal” sul pedigree);

  • Salute di ferro (e non solo delle articolazioni);

  • Solidità e asciuttezza generale, correttezza degli appiombi

Il progetto per la rinascita passa a mio modo di vedere da quattro attività principali: rimozione dell’imbuto genetico rimozione dell’imbuto regolamentare (liberalizzazione dei regolamenti), diverse priorità di valutazione zootecnica, comunicazione istituzionale a servizio della ricostruzione della reputazione della razza.

1) RIMOZIONE DELL’IMBUTO GENETICO

Molti lettori evoluti sapranno che tutti gli attuali pastori tedeschi discendono ormai da due o tre soli cani: da Hill Farbenspiel – la linea Mutz passa infatti ormai solo da quel cane che è bene iniziare a citare – poi da Quanto Wienerau e marginalmente da Canto Wienerau, il che svilisce (o annacqua) il potere e la forza della nostra razza che deriva anche dalla variabilità genetica.

Nonostante i continui e sistematici proclami e trattazioni del problema nelle sedi “accademiche”, non capita mai che nel blocco dei cani di punta venga inserito un cane veramente geneticamente alternativo: pur esistendone degli esempi, vanno sempre ricercati nelle posizioni di coda dove, inevitabilmente, il cane avrà poca probabilità di dare un contributo alla razza.

Proposta 1)

Proporrei di istituire una prassi, anche non scritta, che preveda il piazzamento di almeno un Auslese, se non due, proveniente da linee extra Canto, extra Quanto e extra Hill.

Proposta 2)

Istituzione di una banca del seme coordinata dalla SAS in cui conservare il seme di riproduttori di qualità, per poter effettuare scelte di allevamento “a ritroso” anche dopo la scomparsa di uno stallone, se il momento storico attraversato dettasse l’utilizzo di questo o quello stallone del passato. Come sarebbe bello poter usare oggi Mark Haus Beck o Zamb Wienerau o Jango Fürstenberg, vero?

2) RIMOZIONE DELL’IMBUTO REGOLAMENTARE

Così come il provenire da quei due soliti cani (Hill – Quanto) svilisce le potenzialità genetiche della razza creando un imbuto genetico, l’attuale astrusa e fittissima regolamentazione delle esposizioni e delle selezioni di razza, fatta con il lodevole intento di ricercare la purezza estrema della razza, ha ormai invece svilito le peculiarità del pastore tedesco creando un “imbuto regolamentare” da cui possono passare solo i cani di allevatori e espositori con mezzi finanziari adeguati a dotare i propri cani dei titoli di “principe” e “principessa” (brevetto di lavoro evoluto quale l’IPO1 e selezione per l’allevamento).

Il poter accoppiare solo cani già brevettati (si accoppiano solo “principi con principesse”) per portare avanti una linea di sangue di primo livello, e il poter premiare in esposizione solo i figli di “principi e principesse” (per giunta solo se si sono accoppiati dopo essere stati insigniti di quei titoli nobiliari!) non ha portato a migliorare la qualità zootecnica della produzione ma, al massimo, ha contribuito a tenere sulla breccia solo coloro che possono permettersi di allevare con grande dispendio di energie e di soldi (all’interno dei quali non ho difficoltà ad inserire anche il sottoscritto).

Il mondo e la natura, invece, ci insegna con esempi che abbiamo sotto gli occhi di tutti, che “l’ascensore sociale” è quello che fa in modo, ad esempio in ambito umano, che la specie umana sia sempre all’avanguardia e progredisca di generazione in generazione.

Gli attuali leaders, e cioè i fondatori delle aziende più importanti del mondo quali Google, Yahoo, Microsoft, Oracle, Ferrari, Amazon, Facebook ecc. non sono figli di “principi e principesse”, anzi: di solito sono figli di… immigrati in cerca di fortuna, e cioè degli “ultimi” nella scala sociale. Ciò nonostante, hanno contribuito a rendere questo mondo migliore.

Non si capisce quindi perché nel mondo del pastore tedesco si debbano ricercare i continuatori e i futuri rappresentanti della nostra razza solo tra le “nobili dinastie”.

Si impone quindi una importante e urgente attività di “liberalizzazione” dei regolamenti che presiedono alla partecipazione alle verifiche zootecniche, cosicché anche i soggetti meno blasonati possano partecipare alle manifestazioni e il giudice possa quindi scegliere di premiare e valorizzare chi, pur non essendo “di nobile stirpe”, possa contribuire in un certo momento storico a rendere la nostra razza grande come un tempo. Inoltre, bisogna ridare agli allevatori degli strumenti di cui sono stati sprovvisti in quanto troppe regole sono un cappio alla libertà di allevamento che tanto bene ha fatto in passato a questa razza.

A ben vedere, esiste sempre una valvola di sicurezza rispetto alla liberalizzazione proposta, e cioè il giudizio finale del giudice: sarà lui/lei il garante della razza e il suo giudizio saprà all’occorrenza essere più restrittivo o più “liberalizzatore”, in base alle necessità zootecniche del momento.

Proposta 2)

Senza voler toccare minimamente lo standard, è possibile rimuovere molte prescrizioni totalmente illogiche dal punto di vista zootecnico, che riavvicinerebbero molti appassionati senza danneggiare né la qualità né delle classifiche dei raduni né il “prodotto zootecnico” ma, al massimo, permetterebbero a qualche soggetto utile all’allevamento di partecipare alle nostre manifestazioni.

a) Rimozione della necessità di nonni selezionati per ottenere il titolo di Auslese, limitandola al possesso di un titolo di lavoro. È quanto già previsto dalla SV per ottenere il titolo, e adeguandosi a quella previsione non diminuirebbe la qualità rispetto alla Madre Patria. Sostanzialmente, attualmente la SAS chiede che il cane provenga da linee di “selezione e selezione”, (Kor-Korzucht): la proposta prevede di adottare la Kor-Leistungzucht attualmente presente in Germania;

b) I titoli dei genitori e nonni del cane da giudicare e da insignire di un titolo SAS siano valutati al momento della manifestazione invece che al momento della monta, della nascita ecc. Non ha alcun senso zootecnico pretendere che i genitori e nonni siano “titolati” all’atto dell’accoppiamento: l’importante, zootecnicamente parlando, è che lo siano prima che il figlio/nipote sia insignito di un titolo importante: quello che deve interessare al valutatore e che la stirpe da cui proviene abbia qualità importanti e verificate: non ha senso che debbano esser state verificate “anni fa”!

In ambito umano, è come se io concepissi un figlio avendo io in quel momento solo la licenza elementare e che, per questo, mio figlio fosse considerato per tutta la vita “figlio di un quasi-analfabeta” anche se io nel frattempo vincessi il Nobel per la Fisica!

c) Modificare il Regolamento cosicché si possano presentare Gruppi di Allevamento nei raduni composti anche da cani di un solo sesso (che 4 femmine in classe lavoro con tanto di attacco al campionato non sono rappresentative delle potenzialità zootecniche di un allevatore?);

d) Possibilità di presentare al Campionato Gruppi di riproduzione senza particolari regole su titoli o età di padri e madri al momento dell’accoppiamento o della cucciolata o della manifestazione: al massimo imposizione del possesso di Selezione per l’allevamento del riproduttore maschio al momento della manifestazione. Il Gruppo di riproduzione infatti dovrebbe avere la specifica e unica funzione di illustrare ai soci, tramite la usuale passerella nello stadio, il panorama attuale degli stalloni in attività in modo che i soci stessi possano scegliere in maniera più consapevole il prossimo maschio per le loro femmine. Dover limitare il gruppo ai “figli di principi e principesse” svilisce l’intento zootecnico dell’iniziativa, e finisce per premiare solo gli stalloni che, in forza di particolari capacità di convinzione del loro proprietario, riescono a coprire femmine titolate fin dalla loro prima monta.

L’apposizione di questa liberalizzazione ci renderebbe uguali all’Austria e non distanti dalla Germania (La Germania avendo l’unica prescrizione dei 24 mesi di età dello stallone all’atto della monta che serve solo per parificare gli stalloni stranieri con quelli tedeschi).

e) Rimozione del “divieto di primeggiare” ai cani valutati di grado “ancora ammesso” per la displasia delle anche o dei gomiti. Nel caso di un “Noch Zugelassen”, potrebbe essere ammesso alle posizioni di punta se ad esempio dimostrasse o una buona percentuale di riproduzione esente da displasia o, se giovane, avesse alcuni fratelli esenti tali da far presagire un indice genetico di quella famiglia alto e quindi solo un fenotipo sfortunato. Citazioni d’obbligo in questo caso sono quelle usuali relative a Jeck Noricum e Pakros d’Ulmental che sarebbero stati scartati se fossero nati in questi anni e che invece tanto bene hanno fatto alla razza.

Indagare il genotipo invece del fenotipo è compito della nostra associazione: troppe volte un “ancora ammesso” è il portato dell’ambiente e non della genetica. A questo proposito, questo sarebbe un primo tentativo di introdurre l’indice genetico stimato che la SAS sta proponendo da tempo. Un eventuale Pakros d’Ulmental dei giorni d’oggi, con una riproduzione ottima dal punto di vista della displasia del gomito, perché dovrebbe essere tenuto fuori dal lotto dei primi trenta, se avesse nel frattempo prodotto Vegas e centinaia di cani esenti? E’ totalmente illogico aggrapparsi al suo evidente fenotipo difforme dal suo (buon) genotipo.

Nel regolamento di Selezione

f) La consanguineità, anche la più stretta, dovrebbe essere ammessa (così come avviene oggi in Germania: le regole sulla consanguineità sono apposte in Germania per l’allevamento e non per la selezione che prevede la selezionabilità anche di un cane consanguineo 1-2, se in possesso di pedigree FCI!).

Questa proposta non cozza con la necessità di eliminare l’imbuto genetico: anzi è il grimaldello complementare a quella sana attività di differenziazione genetica: l’allevatore deve poter disporre di più variabilità genetica grazie alla rimozione dell’imbuto genetico ma essere messo in grado di poter “chiudere”, alle volte, e fissare certi caratteri. Quando negli anni passati non vigevano ancora le regole restrittive di oggi, e non vigeva ancora la regola del deposito del DNA, e quindi gli allevatori potevano concedersi facilmente delle “licenze” dai regolamenti e all’interno dei regolamenti effettuare consanguineità più strette, i tipi di allevamento erano riconoscibili all’istante: un Wienerau o un Trienzbachtal lo vedevi immediatamente, perché quegli allevatori avevano fissato tramite consanguineità strette (ammesse o no) certi caratteri: oggi non si può più.

Guardate oggi un gruppo di allevamento: ci sono cani che difficilmente hanno tratti davvero simili. Anche gli allevamenti più prestigiosi hanno cani di punta con tipi totalmente diversi fra loro.

Ma c’è di più: Il cane che ho citato sopra come “responsabile” dell’imbuto genetico, Quanto von der Wienerau, e cioè una vera e propria pietra miliare della razza tanto da esserne diventato un capostipite a posteriori (quali tutti i cani attuali discendono da lui), non sarebbe mai esistito con gli attuali regolamenti: la mamma, Yoga von der Wienerau, era infatti consanguinea 2-2 su Dixie von der Wienerau, una femmina cardine nell’allevamento Wienerau, e cioè la madre della cucciolata L (Lido, Landa, Leska, Liane…). Senza questo grimaldello della consanguineità stretta, Walter Martin probabilmente non avrebbe mai potuto fissare quel tipo tanto apprezzato nel mondo e che tanto bene ha fatto all’allevamento.

C’è poi da ricordare che il momento di punta e di gloria dell’allevamento Wienerau è poi coinciso con il momento di maggior successo della razza del pastore tedesco: e credo che ci sia davvero un nesso di causa-effetto, fra questi due eventi.

g) Selezione dei cani oltre 1cm dalla taglia massima ammessa dallo standard, così come avviene oggi in Germania. Ciò servirebbe a fare un censimento reale della popolazione e a stabilire relazioni univoche fra “fuori taglia” e mancata attitudine all’impiego.

3) DIVERSE PRIORITÀ DI VALUTAZIONE

MAGGIORE ATTENZIONE A AGLI ASPETTI FONDATIVI

Se vogliamo che l’appassionato ritorni ad amare questa razza, dobbiamo dotarla delle caratteristiche ormai scomparse che l’hanno resa famosa: carattere versatile, vigile, attivo, fiero, intelligente e intraprendente, e che tutto quanto sopra sia riflesso in una testa e un atteggiamento che sappia trasmettere, per la sua conformazione e attitudine, quelle caratteristiche caratteriali, con grande propensione all’impiego grazie alla salute di ferro, al posteriore solido e corretto, alla solidità generale e alla correttezza degli appiombi.

Proposta

Emanazione di direttive di Allevamento volte ad una nuova e diversa valutazione zootecnica, dando priorità nella valutazione della razza agli aspetti fondanti della razza, statuiti nello standard.

Non a caso, le caratteristiche tipiche della razza e i difetti da squalifica elencati nello standard sono elencate partendo dall’aspetto caratteriale per andare poi sui difetti anatomici e funzionali, e solo alla fine (e non prima di tutto!) sulla taglia.

Troppe volte si vedono cani con evidenti problemi caratteriali ottenere la massima qualifica, cani totalmente fuori tipo essere comunque valutati in maniera sufficiente, e il pastore tedesco vero in tutte le sue parti tranne che sulla taglia, essere bollato come insufficiente.

4) COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
(“BREED MARKETING”)

Attività di comunicazione tendente a ridare il prestigio perduto e la reputazione perduta alla razza del cane da pastore tedesco;

Alcune Proposte (work in progress: necessita di approfondimento e dettaglio)

Supporto totale per chi decida di allevare la sua prima cucciolata

Lo statuto della SAS detta gli obiettivi di migliorare e incrementare la razza. È quindi essenziale invogliare gli amatori non professionisti ad avvicinarsi ai campi SAS e se hanno delle femmine, a provare a fare una cucciolata. Molte volte lo fanno da soli, in maniera molto improvvisata, ma nella SAS ci sono fior di allevatori che possono mettere a disposizione le loro esperienze e competenze per un neofita alla prima cucciolata (supporto nella scelta dello stallone, monitorizzazione gravidanza, cucciolata e vendita cuccioli, ecc.). Questo potrebbe essere un progetto della SAS, di assistenza completa.

Ne guadagneremo in più pastori tedeschi, proprietari più informati, e che magari inizieranno a frequentare le sezioni e qualcuno intraprenderà la carriera allevatoriale.

Assistenza e Supporto per i Principianti

Chi possiede già un pastore tedesco, per la prima volta, e prova ad avvicinarsi al mondo delle manifestazioni, trovi barriere e paletti, sia regolamentari che economici, da far perdere al principiante voglioso di iniziare, qualsiasi entusiasmo all’intraprensione di questa passione. Difficoltà nel reperire calendari, regolamenti di partecipazione, informative sul funzionamento dei raduni e delle prove, tasse di iscrizione alle manifestazioni molto alte, fanno desistere anche il più convinto degli appassionati.

Dovremmo istituire un “Ufficio Neofiti” nella SAS, in cui accogliere, con istruzioni e informazioni capibili anche dai non addetti ai lavori, come funziona e come fare per partecipare ad un Raduno, ad una prova di Addestramento, ecc.

Nella mia esperienza di Aspirante Allievo Giudice di Allevamento SAS, ho più volte incontrato nei ring dei partecipanti alla prima gara della vita che non conoscevano le più basilari regole di partecipazione (“nessuno mi aveva detto che dovevo avere il libretto delle qualifiche ENCI” era la risposta del principiante alla decisione – sacrosanta – del giudice di non farlo partecipare al Raduno. Ma quello doveva essere raccolta come “sconfitta” di un sistema che non aveva informato abbastanza e non facilitava l’espansione della base partecipativa. Ho personalmente controllato i Raduni successivi a quelli in cui sono successi questi contrattempi: quei cani e quegli appassionati non si sono più visti.

Gratuità per la Carriera del Primo Cane del Principiante

30 Euro un Raduno, 50 Euro una Prova di resistenza, 80 Euro (ne ho spesi anche 100!) per un IPO, ecc ecc. Sono paletti apparentemente irrisori (sicuramente irrisori per l’addetto ai lavori che ha magari speso 4 mila euro per formare un cane selezionato, quindi queste sono briciole) ma a volte totalmente ostativi per chi si accinge a compiere la prima carriera del proprio primo cane.  Il progetto potrebbe essere quello del “Primo Giro Gratis, offre la SAS!” La SAS infatti sostiene comunque un costo verso l’ENCI o semplicemente organizzativo per la partecipazione di un concorrente, ma varrebbe la pena accollarselo, a mo’ di spesa di rappresentanza o di breed marketing.

Iscrizione al primo Raduno della vita gratis, alla prima Resistenza gratis, al primo IPO gratis e in caso di fallimento del primo tentativo, iscrizione gratis all’IPO fino al suo superamento se compiuto in non più di 3 prove, e iscrizione alla prima selezione gratis.

Istituzione di una categoria di soci SAS: NEOFITI. Prima quota annuale gratuita (senza diritto di voto o di “rivista”).

In questo modo, chi possiede un cane con pedigree, il lunedì iscrive il cane al raduno della domenica successiva sostenendo il costo di ZERO EURO. Attualmente invece deve pagare 65 euro di tessera SAS e 35 euro di Raduno. 100 euro per una domenica a zampettare su un prato insieme ad altri pastori tedeschi è davvero troppo, specialmente se si vuole allargare la partecipazione.

“Pet” Siegerschau

Manifestazione per le famiglie e con le famiglie in cui esporre soggetti rispondenti al pastore tedesco “che fu” per riavvicinare la razza alle famiglie con una cospicua partecipazione ai giudizi degli appassionati non appartenenti al corpo giudicante SAS-ENCI-FCI (una sorta di giuria mista).

Questa proposta prende le mosse da una banale ma utilissima considerazione di Robert Markschlaeger, prestigioso giudice austriaco di prove di Utilità e Difesa, che per spiegare il concetto di giudizio del lavoro del cane in armonia col conduttore e del piacere del cane nell’eseguire i vari esercizi previsti nei regolamenti IPO, proponeva, a mo’ di provocazione, di lasciar giudicare ad un bambino dagli spalti se il cane si divertisse o no a svolgere un dato compito.

Con lo stesso approccio, un pubblico di non addetti ai lavori saprebbe secondo me velocemente identificare i problemi del pastore tedesco “moderno” (carattere non tipico, mancanza di funzionalità o di correttezza o asciuttezza generale).

Film/Telefilm

L’industria televisiva e cinematografica è sempre alla ricerca di soggetti nuovi, all’interno dei quali può insinuarsi con un’attività di comunicazione ad hoc, un soggetto canino della nostra razza.

Scuole > Bambini

Questo progetto è stato più e più volte tratteggiato ma mai implementato se non da realtà periferiche e in maniera non sistematica.

Educazione cinofila > TV

Cresce l’interesse per l’animale da compagnia e con questa la necessità della conoscenza e competenza nella sua gestione: le TV sarebbero ben felici di ospitare programmi della SAS su come addestrare il proprio cane per la vita di tutti i giorni. Cesar Millan non può essere il leader di quella fetta di audience in quanto anche l’associazione di razza avrebbe qualcosa da dire di utile al pubblico generalista: ovviamente spiegato con pastori tedeschi.

Invasione dei centri cittadini e delle mostre ENCI

Le nostre manifestazioni si svolgono in luoghi sperduti e fra adepti che solo loro conoscono le regole dello svolgimento di un raduno o di una prova di addestramento. Portiamo le manifestazioni del pastore tedesco fra la gente, come già fa l’ENCI che espone in zone Expo o in parchi cittadini. Facciamo un Raduno Nazionale del Pastore Tedesco, dettando un’etichetta di abbigliamento e di comportamento, in Piazza Santa Croce a Firenze!

CONCLUSIONI

Il momento drammatico che attraversa la nostra razza richiede scelte altrettanto tempestive.

Machiavelli (Istorie fiorentine) scrive: “dove la necessità strigne, è l’audacia giudicata prudenza” a significare che in stato di necessità, c’è bisogno di azioni audaci, e che le azioni più adeguate sono quelle più tempestive e audaci, e non quelle lente e ragionate.

Non è più il momento di “limature qua e là” perché il destino della razza è in pericolo, e c’è bisogno di azioni incisive e anche drastiche, con l’aiuto di tutti: volenterosi che abbiano voglia di risollevare una razza quasi irriconoscibile per coloro, come il sottoscritto, che se ne sono innamorati e l’hanno scelta per caratteristiche ormai introvabili.

E non è neanche più il momento di fare finta di nulla, e continuare a “ballare” sul Titanic mentre sta affondando. Io vorrei, per il bene della razza, salvare prima possibile questa nave che sta andando a picco, facendole cambiare rotta: non mi interessa né cambiare nave né i loro capitani.

Tradotto significa: la mia prima opzione è che di questo problema se ne faccia carico la SAS che sono disposto ad aiutare e che è la sede naturale in cui risolvere i problemi della razza. Non ho ruoli decisionali nella SAS (del livello necessario per realizzare quei progetti), per cui queste sono le mie proposte da semplice socio, attivo comunque nell’organizzazione e volenteroso di dare una mano. Non mi interessa né avere ruoli decisionali né cambiare classe dirigente. Ma cambiare le sue politiche, sì.

Non mi importa poi neanche sapere di chi è la colpa: è importante invece decidere come risollevare il prestigio del pastore tedesco, assieme a chiunque lo voglia fare.

Se la SAS deciderà di ignorare le mie proposte, io mi muoverò lo stesso da solo, come sempre, nel mio piccolo, nel mio allevamento amatoriale che gestisco: cercherò di mettere in atto per quanto possibile quello che sopra propongo, e che ho già cominciato a fare.

Grazie delle vostre impressioni: sarò felice di ricevere vostri commenti agli indirizzi email e telefonici che potete trovare alla pagina “contatti”.

Si astengano per favore i contestatori professionisti: non sopporto chi sa solo lamentarsi o che vuole solo cercare a chi dare la colpa. Di solito i contestatori non hanno proposte alternative, fateci caso. Se non, al massimo, il sostituire l’attuale classe dirigente con… loro stessi. Queste persone non sono utili.

Ci vogliono invece dei costruttori, non dei distruttori.

Viva il Pastore Tedesco.

Dr. Stefano Galastri
Allevamento “Vom Webachtal”